Sabato 23 marzo alle 10;00 Rifondazione comunista scenderà in piazza da Nettuno ad Anzio al fianco della Rete civica per la pace e il disarmo per dire no al genocidio in Palestina, per il cessate il fuoco da parte di Israele, per la la libertà per i palestinesi e la pace in medio oriente. La esecrabile azione di Hamas del 7 ottobre non giustifica un massacro di oltre 30.00 persone tra cui 10.000 bambini innocenti. Inoltre non ci potrà mai essere una pace duratura in Medioriente senza il riconoscimento del popolo palestinese, la cui resistenza secolare è quindi pienamente legittima. La natura coloniale dello stato sionista porta inevitabilmente invece al massacro di tutta una popolazione, che unitamente al sostegno unilaterale garantito ad Israele dall’occidente sta conducendo ad una progressiva escalation nella direzione dell’allargamento dl conflitto con il coinvolgimento diretto anche del nostro paese , come testimonia la vicenda degli houthi in Yemen. La politica del governo tutta tesa ad assecondare la politica statunitense che mira a reagire alla perdita del suo ruolo dominante nello scenario internazionale con una aggressiva politica di guerra, è semplicemente folle in quanto distruttiva dell’economia nazionale ed europea e vantaggiosa solo per quella americana, facendo sentire i suoi effetti negativi esclusivamente sulle spalle delle classi lavoratrici. Agli attuali conflitti in Ucraina e in Palestina bisogna reagire sollecitando l’abbandono della politica di riarmo, l’avvio di trattative diplomatiche che riconoscano i diritti dei popoli coinvolti alla pace e alla sicurezza, favorendo un ordine multipolare basato sul rispetto reciproco e la ricerca di una comune prosperità. La Nato invece per sua natura spinge per allargare i conflitti, costituendo così uno strumento ottimale per la volontà statunitense di colpire quelle aree del pianeta come la Russia e la Cina che stanno emergendo nello scenario economico e commerciale e non sono più disponibili ad assecondarne gli interessi. Per questo motivo gli Usa sfruttano e stimolano ogni conflitto locale per arrivare a questo scopo, puntando decisamente al conflitto globale. Diventa essenziale allora la lotta per la pace e il disarmo, come primo passo per una alternativa sociale, economica, culturale e politica. Basta con le guerre che sono il frutto della crisi irreversibile del capitalismo! Ci vediamo sabato !
Professione di fede Ego N… firma fide credo et profiteor omnia et singula, quae continentur in Symbolo, quo Sancta Romana ecclesia utitur (“Io…con fede sicura, credo e professo tutto e singolarmente quanto è contenuto nel simbolo di fede di cui fa uso la Santa Romana Chiesa”). Così iniziava la Professio fidei tridentina, promulgata da Pio IV nel 1564 a conclusione del Concilio di Trento, nell’intento di arginare la Riforma protestante. Una professione di fede utilizzata per legittimare la repressione del dissenso e i misfatti dell’Inquisizione. A cinque secoli di distanza, non la Chiesa, riconoscibile e contestabile, ma una opaca consorteria internazionale, che attraversa la politica e i mezzi di comunicazione, e che si è arrogata il compito della direzione intellettuale e morale del cosiddetto mondo civilizzato, esige pregiudizialmente da chiunque voglia esprimersi – con la penna, la voce o con il proprio corpo – sugli accadimenti in Israele e Palestina una analoga professione di fede: “Io…con fede sicura, credo che Hamas è (l’eliminazione del congiuntivo è d’obbligo) un’organizzazione terroristica”. Ovviamente, a chiunque non manchi un minimo di spirito critico e d’indipendenza di giudizio non può sfuggire a quali interessi economici, geopolitici e politici tout court sia funzionale questa versione aggiornata dello “scontro di civiltà”. Un’ameba culturale tanto pervasiva quanto più fa leva su ancestrali sensi di colpa. Se così non fosse sarebbe razionalmente inconcepibile che questa “professione di fede” sia diventata un discrimine che attraversa la politica e la società, riuscendo a creare fratture anche nell’ambito delle formazioni politiche della sinistra. Ciò che sta accadendo in Francia all’interno della Nupes è certamente emblematico. La formazione che era stata salutata come un inizio di saggezza politica della sinistra francese per smentire la condanna al frazionismo e all’irrilevanza, rischia di esplodere irrimediabilmente sulla mancata professione di fede sul terrorismo di Hamas. Partito Comunista,
Partito Socialista, Ecologisti e Génération Ecologie minacciano di abbandonare Nupes perché Jean- Luc Melenchon e il gruppo dirigente della France Insoumise (LFI) -nonostante la condanna dei
“crimini di guerra abietti contro i civili israeliani” e aver chiamato “atti terroristici” quelli commessi da Hamas il 7 ottobre 2023 – si rifiutano di qualificare Hamas come “gruppo terrorista”. Malumori e dissociazioni nei confronti del vertice di LFI ci sono stati anche da parte di esponenti dello stesso partito. I francesi hanno visto scene, riprodotte all’infinito dai social, di dirigenti di LFI incalzati da giornalisti televisivi con le ripetute martellanti domande “Allora; Hamas è un movimento di resistenti o un’organizzazione terroristica?”. Niente di diverso da ciò che succede in molti talk show italiani. Questi video hanno certamente rappresentato per molti membri di Nupes una ghiotta occasione per far esplodere problemi politici esistenti da tempo. Ma non ci può essere solo questo. Che dire poi del Parlamento Europeo che il 19 ottobre 2023 approva una Risoluzione in cui si afferma che “l’organizzazione terroristica Hamas deve essere eliminata?1
. Perché tanto accanimento sulla definizione terroristica di Hamas? Anche qui, non si spiega solo con il fatto che Hamas figuri nell’elenco UE delle organizzazioni terroristiche2
. C’è qualcosa di più profondo che spiega la quasi ossessiva esigenza di professione di fede sul terrorismo di Hamas. Per esempio, collocare quelle
Ragionando di terrorismo
da http://www.transform-italia.it – 25 Ottobre 2023 – p. 2 di 6 atrocità nella casella “terrorismo” è rassicurante perché così non ci possono essere dubbi su chi ricada la responsabilità, e questo non lascia spazio a discussioni su “cause storiche” o “contestualizzazioni” di varia natura. Inoltre, il fatto che solo un’organizzazione terroristica si sia potuta macchiare di quei barbari crimini, e rovesciare su di essa tutta l’esecrazione possibile, è una sorta di insperato salvagente, un modo per scaricarsi la coscienza rispetto alla propria indifferenza su tutte gli altri atti di disumanità che quotidianamente si compiono nel mondo, anche in quello più vicino a noi. Che cos’è il terrorismo? Ciò che dovrebbe più far riflettere è che a questa rassicurante certezza nel classificare Hamas tra le organizzazioni terroristiche, non corrisponde altrettanta certezza nell’accezione del termine “terrorismo”. La Storia non ci aiuta nel trovare una risposta soddisfacente alla domanda “Che cos’è il terrorismo?”. Infatti, vi troviamo di tutto; dal punto di vista delle modalità, delle finalità, degli attori, delle conseguenze, e così via. Vale la pena ricordare due importanti precedenti storici; ambedue hanno avuto luogo in Medio Oriente. Nella Galilea sotto dominazione romana, i Sicari, frazione estremista del partito, indipendentista e integralista ebraico, degli Zeloti, portavano avanti la loro “lotta di liberazione” con crimini odiosi; si mescolavano nella folla dei raduni o delle feste popolari, accoltellavano le loro vittime (principalmente ebrei che accettavano il colonialismo romano o conniventi con esso) e poi si dileguavano. Nel Medioevo arabo, la setta degli “Assassini” (Ḥasasiyyun in arabo significa essenzialisti, fondamentalisti), i primi islamisti radicali secondo Bernard Lewis3 , conducevano con gli stessi metodi dei Sicari la loro lotta per il ritorno alla purezza dell’Islam, con assassinii mirati a personaggi di primo piano sia nel campo dell’Islam sia in quello del governo dei Crociati. Qualcosa che fa pensare alle nostre Brigate Rosse. Non si può, peraltro, fare a meno di notare che entrambe queste “organizzazioni terroristiche” erano di ispirazione religiosa; le stesse due religioni cui si rifanno oggi gli integralisti palestinesi e quelli israeliani. Se affrontiamo la questione dal punto di vista semantico, e cioè partendo dal “terrore”, dobbiamo ammettere altrettante difficoltà nel riconoscere una definizione esauriente del terrorismo. L’uso della violenza per seminare terrore, al di là dei tanti precedenti storici, deve la sua denominazione al regime della Terreur in cui, tra il 1792 e il 1794, fu tolta la vita a circa 40.000 persone (senza contare le decine di migliaia sterminate nei massacri in Vandea). C’è un altro episodio, più recente, della storia europea relativo a un eccidio perpetrato allo scopo di creare terrore, ed è la distruzione della città di Dresda a seguito dei bombardamenti a tappeto delle forze aeree britanniche e statunitensi, tra il 13 e il 15 febbraio 1945, che provocò circa 250.000 vittime. Le spiegazioni ufficiali del massacro furono che si voleva colpire le comunicazioni, impedire lo spostamento di rifornimenti militari e intralciare le evacuazioni, non uccidere gli evacuati. Ben presto la natura terroristica dell’attacco emerse e fu denunciata non solo in Germania ma anche in Gran Bretagna, e, per un breve periodo, ammessa anche dallo stesso Churchill che, il 28 marzo 1945, in un telegramma inviato al Capo del Segretariato militare, generale Ismay, così si esprimeva: «Mi sembra giunto il momento di rivedere la questione del bombardamento delle città tedesche al solo scopo di seminare terrore, sebbene con altri pretesti.»4 .
Nonostante i tanti esempi analoghi che si potrebbero fare, sembra alquanto semplicistico arguire che la nozione di terrorismo sia legata alla finalità di seminare terrore. Innanzitutto, perché ci sono
Ragionando di terrorismo
da http://www.transform-italia.it – 25 Ottobre 2023 – p. 3 di 6 molti atti comunemente classificati come terroristici che non hanno questa finalità. Anzi, spesso nonostante l’atto terroristico causi vittime civili, la finalità può andare ben al di là del suo effetto immediato e avere la finalità politica di fare pressione sulle istituzioni dello Stato o di creare consenso sulla propria causa; pensiamo a tutti gli atti terroristici dei movimenti di liberazione. Inoltre, ci si dovrebbe chiedere se sono da considerare terrorismo solo gli atti che hanno come finalità il terrore o anche quelli che, pur non avendo il terrore come finalità, lo creano come risultato. Se così fosse, la casistica si allargherebbe a dismisura, perché ci rientrerebbero tutte le azioni belliche che colpiscono, volutamente o per errore, obiettivi civili. E poi, come si fa a collocare il discrimine tra terrore e paura? Se si dovessero includere anche gli atti che generano paura, tenendo conto che anche i soldati possono avere paura, che anche una minaccia di violenza genera paura, e che anche chi non riesce a pagare le bollette del gas ha paura, allora il campo del terrorismo diventerebbe sterminato. Terrorismo contro lo Stato e terrorismo di Stato La cartina di tornasole più usata nella definizione del terrorismo è quella degli attori dell’azione terroristica. Terrorismo è quello attuato da “attori non statali”. C’è una vasta letteratura nel campo del diritto internazionale che mette in evidenza la difficoltà di definire i famosi “non state actors” e arriva a concludere che, a seconda delle situazioni specifiche, non è tanto la loro azione contro il potere statale costituito che ne definisce l’illegittimità quanto il loro non rispetto dei diritti umani. Ciononostante, nell’opinione corrente sono da considerarsi terroristici solo i gruppi (o gli individui) che esercitano, spesso in clandestinità, violenza contro lo stato, con motivazioni diverse: politica, nazionalistica, etnica, religiosa. Nel corso della storia, si è configurata però una certa indulgenza verso forme di violenza terroristica esercitate da una minoranza come unico mezzo per ottenere il diritto alla propria autodeterminazione e sovranità. Il caso più eclatante è il giudizio assolutorio nei confronti del FNL algerino. Però non c’è stata la stessa indulgenza nei confronti dell’IRA irlandese o dell’ETA basca. Certo, nel caso dell’Algeria si trattava di una lotta contro uno stato colonizzatore, negli altri due casi della stessa lotta ma in società in cui le libertà individuali e di gruppo erano tutelate. Allora il discrimine non è più quello dell’“attore non statale” ma quello della collocazione interna o esterna del potere statuale. Analoga assenza di indulgenza si riscontra nelle azioni contro l’oppressore esterno condotte al di fuori del proprio paese; nel Paese oppressore o in un Paese terzo. In questa classificazione rientrerebbero tutti gli attentati del cosiddetto terrorismo internazionale, che è la categoria che il jihadismo da anni ci ha obbligato a conoscere. Volendo restare ai due Paesi che in questo momento occupano le nostre menti, Israele e Palestina, la memoria corre immediatamente all’azione terroristica del commando appartenente al gruppo palestinese Settembre Nero, durante le Olimpiadi di Monaco di Baviera del 1972, in cui per mano degli attentatori e nello scontro a fuoco con la polizia tedesca persero la vita undici atleti israeliani, cinque fedayyin e un poliziotto tedesco. Prima di Monaco, ci fu un altro atto di terrorismo internazionale commesso in Italia, per la precisione a Roma, di cui sembra ormai essersi persa la memoria. Chiunque passi davanti all’Ambasciata britannica a Roma, dietro Porta Pia, ne può apprezzarne o meno l’austera architettura brutalista, opera del famoso architetto Sir Basil Spence, noto soprattutto per la ricostruzione della cattedrale di Coventry, distrutta da un bombardamento della Luftwaffe nel 1940. Ma pochi sanno che l’edificio inaugurato
Ragionando di terrorismo
da http://www.transform-italia.it – 25 Ottobre 2023 – p. 4 di 6 nel 1971 è costruito nel luogo in cui si trovava una villa originariamente appartenuta alla famiglia Torlonia, divenuta successivamente sede dell’Ambasciata britannica a Roma. Nel 1946 la villa fu completamente distrutta da un attentato dinamitardo ad opera di tre terroristi dell’Irgun, il gruppo armato clandestino sionista, nato dalla scissione dall’organizzazione para militare Haganah, che lottava contro la colonizzazione britannica della Palestina 5
. Irgun era considerato dal Regno Unito un’entità terroristica, ma molti, dentro e fuori Israele lo considerano un movimento indipendentista. Ma se è accettabile la violenza terroristica contro uno stato estero che conculca i diritti di un popolo, il terrorismo di Hamas e, in generale, dei palestinesi, diventa legittimo. Non solo; non si capisce perché si dovrebbe avere più comprensione per le azioni terroristiche dei movimenti di liberazione condotte all’interno del proprio Paese, quando è un altro Stato la causa della propria oppressione dei propri diritti. Ma, forse, così si andrebbe molto lontano, fino a legittimare l’11 settembre. Se nell’opinione corrente è facile identificare il terrorismo come violenza terroristica contro lo stato, è più difficile che oggi si parli di terrorismo di stato. Neanche nel nostro Paese, dove, da Piazza Fontana in poi, non dovrebbe essere un fenomeno sconosciuto. Tragedie storiche molto presenti nel dibattito politico attuale come l’Olocausto o i Gulag staliniani, o altre un po’ dimenticate come quella dei desaparecidos in Argentina, non vengono chiamate terrorismo di stato; si preferisce usare altre categorie: razzismo e antisemitismo, dittatura comunista, crudele dittatura militare. Terrorismo di stato, per esempio è quello perpetrato dal regime iraniano contro il proprio popolo e in primo luogo contro le donne. Terrorismo di stato è quello di alcuni governi africani contro le proprie minoranze etniche, spesso condotto in nome della lotta al terrorismo jihadista. Ma la comunità internazionale è disposta a tollerare questi terrorismi in ragione di superiori interessi economici e geopolitici. Va detto che da anni assistiamo ad atti di terrorismo di stato perpetrati contro popolazioni di altri Paesi. Sarebbe troppo lungo l’elenco delle violenze terroristiche usate nel corso di operazioni militari, come nella global war on terrorism di George W. Bush o come quelle turche nel Rojava, consumate, anche qui, in nome della lotta al terrorismo curdo. È evidente, quindi, che se non solo gli attori non statali, ma anche gli eserciti e gli Stati possono essere considerati terroristici, la nozione di terrorismo definita sulla base degli attori è impraticabile. Uccidere i civili è terrorismo? Un’altra chiave tassonomica usata per designare un atto terroristico è se ci sia, in modo deliberato, il coinvolgimento di civili. Naturalmente c’è una vasta tipologia di forme di violenza che danno sostanza a questa classificazione. La maggior parte degli atti considerati terroristici coinvolgono i civili. Ma, a parte la difficoltà di stabilire dove c’è l’atto deliberato di colpire i civili e dove no, se si accetta questa discriminante, proprio per quanto si è detto sull’uso del terrore in guerra e sul terrorismo di stato, non si può escludere dagli atti terroristici quelli condotti dagli eserciti in guerra quando sono colpite vittime civili. Se da Churchill in poi si potrebbero fare innumerevoli esempi (Vietnam, Iraq, Siria, Yemen, ecc.), l’attualità ci consegna due “casi di scuola” in cui, in situazioni del tutto diverse, un esercito regolare compie stragi di civili che non potrebbero non essere definiti atti di terrorismo; ci si riferisce ovviamente alle stragi di civili fatte dalle forze armate russe in Ucraina e israeliane a Gaza. Ma anche in questo caso l’alveo di comprensione del terrorismo si è enormemente allargato.
Le liste nere C’è poi l’identificazione più formalistica e amministrativa. E’ terrorismo quello praticato dalle organizzazioni che figurano nelle liste dei soggetti terroristici. Gli USA e il Regno Unito hanno le loro liste, mentre per i Paesi membri dell’UE è l’Unione che se ne occupa attraverso propri atti normativi. Le Nazioni Unite gestiscono la Base Dati Terroristi che contiene gli elenchi compilati nei vari Paesi. Il problema è che queste liste non coincidono; un’organizzazione considerata terroristica dagli USA non lo è per l’UE. Emblematico è il caso di Hezbollah che dal 1995 è inserita nella lista degli Stati Uniti ma, a differenza di Hamas, non figura in quella dell’UE, nonostante le pressioni interne e soprattutto esterne (USA), grazie al fatto che il Parlamento Europeo, pur avendo riconosciuto nel 2005 la natura terroristica di una specifica azione compiuta dall’organizzazione libanese, si è finora rifiutata di considerare Hezbollah un’organizzazione terroristica in considerazione della sua natura ambivalente e del suo profilo anche istituzionale. Quindi si è compresi nelle liste in base a valutazioni politiche che possono essere più o meno condivisibili ma che cambiano a secondo delle visioni e degli interessi di chi compila le liste. E, dunque, nemmeno quello dell’inclusione nelle liste può essere un criterio valido affinché un’azione o un’organizzazione sia considerata terroristica. Il diritto internazionale Né, peraltro, un chiarimento illuminante su cosa debba intendersi per terrorismo ci arriva dal diritto internazionale. Senza addentrarci in questa sede su come il diritto cogente e diritto consuetudinario trattano crimini di terrorismo, ci basta sapere che questa fattispecie criminosa è prevista dai trattati internazionali (treaty crimes) ma esula dalla competenza della Corte Penale Internazionale che si occupa di crimini di genocidio, crimini contro l’umanità, crimini di guerra e crimine di aggressione. Ragionando, però, da un punto di vista etico e politico, dal momento che, come si è visto, spesso questi crimini coincidono con quelli che sono considerati terroristici, risulta difficile per il cittadino profano capire tutte queste distinzioni. D’altra parte, non è un caso che dal versante del diritto internazionale consuetudinario non si sia ancora pervenuti alla definizione del terrorismo. I lavori del Comitato ad hoc istituito nel 1995 dall’Assemblea delle Nazioni Unite per elaborare una “convenzione globale sul terrorismo internazionale non sono mai arrivati a conclusione proprio su due questioni chiave che qui sono state problematicamente richiamate. La prima: è possibile attribuire la qualificazione terroristica ad azioni che avvengono in situazioni di conflitto armato, dove sono comprese le guerre di liberazione, legittimate dal diritto dei popoli all’autodeterminazione? La seconda: si possono chiamare terrorismo azioni criminose condotte da forze ufficiali dello Stato; cioè esiste o no il terrorismo di Stato? Dopo il 7 ottobre è sembrato che da parte dell’opinione pubblica e dei media si riconoscesse il carattere terroristico dell’aggressione di Hamas soprattutto per la efferatezza e la crudeltà dei crimini commessi. Ma da un punto di vista etico e umanitario, qual è la differenza tra i bambini sgozzati da Hamas e quelli morti, spesso ustionati, per le bombe di Israele. Siamo arrivati al paradosso che nel comune sentire i crimini di guerra e quelli contro l’umanità sono meno gravi di quelli del terrorismo. Per concludere La conclusione di quanto detto sinora è che la nozione di terrorismo manca di quella univocità che ne permetta la operatività e la comunicabilità. Insomma, qualcosa che quando si cerca di
Ragionando di terrorismo
da http://www.transform-italia.it – 25 Ottobre 2023 – p. 6 di 6 comprendere in un recinto cognitivo, sfugge da tutte le parti. Può essere un concetto evocativo, letterario, ma scarsamente politico, e di impervia, se non impossibile, utilizzabilità giuridica. Di conseguenza, la professio fidei sul carattere terroristico di Hamas è priva di senso comune, e l’insistenza, l’ossessività quasi, con cui viene richiesta, da un lato, la fa rientrare nel campo della psico-patologia collettiva, dall’altro, ne rivela la strumentalità politica. Ma se non ha senso rincorrere classificazioni relative al terrorismo, rimangono i crimini, e i corpi offesi dei bambini trucidati. Di fronte a queste catastrofi, non umanitarie, ma dell’umanità, la comunità internazionale non può che avere un atteggiamento univoco, una sola bussola che, al di là del diritto internazionale, è la certezza che al di sopra di tutto ci sono i diritti umani e, tra questi, al di sopra di tutti, il diritto alla vita. Ma questo deve valere sia per ciò che chiamiamo terrorismo, sia per ogni genere di conflitto, sia per le guerre. Infatti, questa oggi è la vera questione: possiamo continuare a considerare la guerra con le categorie del ventesimo, se non del diciannovesimo, secolo? È possibile rimanere ancorati a una concezione dei crimini di guerra che non comprenda lo stesso crimine che è la guerra? È possibile che nel diritto internazionale si legittimi la guerra di difesa, il cosiddetto diritto a difendersi? I civili morti, i bambini uccisi in guerra non sono tutti vittime del crimine che è la guerra? E ancora, i soldati morti in guerra non sono anch’essi vittime dello stesso crimine contro l’umanità? Sono questioni che negli anni Sessanta animavano i dibattiti sulla guerra, quando l’obiezione di coscienza sembrava essere la sola guerra per combattere la guerra. Ma in questo arretramento della coscienza collettiva sulla guerra, nessuno è innocente; nemmeno la Chiesa cattolica. Non si può dimenticare che nel 1965 Paolo VI, di ritorno da New York dove all’Assemblea delle Nazioni Unite aveva gridato “Mai più la guerra”, a conclusione del Concilio Vaticano II, si trovò a dover promulgare la costituzione pastorale Gaudium et spes che legittimava la guerra giusta e la legittima difesa con la forza militare. Andrea Amato
La Risoluzione è stata approvata con 500 voti a favore, 21 voti contro (di cui 13 della Sinistra) e 24 astensioni. I deputati italiani hanno tutti votato a favore ad eccezione di Piernicola Pedicini del Gruppo Verdi/ALE.[↩]
L’Unione europea aveva inserito nella lista nera prima il braccio armato di Hamas, nel dicembre del 2001, e poi il suo ramo politico, nel settembre del 2003. Nel dicembre 2014, il Tribunale UE ordina la cancellazione di Hamas dalla lista. La Commissione ricorre immediatamente. La Corte di Giustizia dell’Unione, nel novembre 2021, accoglie il ricorso e Hamas rientra nell’elenco delle organizzazioni terroristiche.[↩]
Bernard Lewis, acclamato storico occidentalista, ex agente segreto del MI6 britannico e punto di riferimento ideologico di George W. Bush e dei neoconservatori al tempo della guerra all’Iraq, ne fece oggetto di un suo famoso libro del 1967 The Assassins: A Radical Sect in Islam. Il titolo dell’edizione italiana Gli Assassini. Una setta radicale islamica, i primi terroristi della storia, pubblicato solo nel 2002 (Collezione Le Scie, Mondadori, Milano), contiene un falso storico ed è deviante anche rispetto al titolo originale; avrebbero quantomeno dovuto aggiungere alla parola “storia” l’aggettivo “islamica”. Ma si capisce, siamo nel 2002 subito dopo l’attentato alle Torri gemelle, e Mondadori non può fare a meno di prodursi nell’arte italica di essere più realisti del re, ciò che ci fa così spesso cadere nel ridicolo.[↩]
Il comandante del Bomber Command della Royal Air Force, Arthur Harris, convinse immediatamente Churchill a cambiare il testo del telegramma, eliminando ogni riferimento alla finalità terroristica, e a distruggere l’originale; cosa che Churchill fece ma non il destinatario Ismay. Cfr. Roddy Mackenzie, Churchill’s greatest triumph: bomber command. Finest Hour 185, Third Quarter 2019, International Churchill Society.[↩]
C’è chi sostiene che l’esplosivo per l’attentato sia stato fornito dai Fasci di Azione Rivoluzionaria (FAR) la neonata organizzazione fascista fondata da Pino Romualdi. Tra le curiosità della storia va annoverato il fatto che l’atto costitutivo dei FAR recitava che potevano far parte dell’organizzazione tutti i cittadini “purché
16-10: il corrispondente da Gerusalemme ha detto quanto sia triste l’uccisione del giornalista in Libano e che anche lui colla troupe fu oggetto di attacco delle forze israeliane ed è salvo per miracolo, uno di loro è però perito; la knesset ha votato l’offensiva di terra contro Hamas con l’obiettivo di annientare e far scomparire Hamas da Gaza. La situazione al confine egiziano è confusa e insostenibile. La difficoltà più grande è sgomberare gli ospedali del nord. Il tentativo di Blinken non è solo umanitario ma serve a separare le responsabilità USA nel caso di un eventuale massacro di grandi proporzioni a Gaza; l’ospedale di Al-Aqsa in Central Gaza riceve ambulanze con morti e feriti provenienti dalla zona ”sicura” di Gaza, molti bambini tra questi. Aggiornamento dal reporter a Gaza. Fonte CGTN. Da Sigonella partiti due cargo pieni di armi per Israele, i palestinesi considerano l’italia in guerra a fianco d’israele. Scontri anche nei territori occupati, 59 i palestinesi morti e alcune centinaia gli arrestati. PS i bimbi uccisi a Gaza sono più di 1000 fonte Al Jazeera 17/10: Dibattito tv su diritto internazionale e
crimini di guerra: bombardare civili senza autodifesa è un crimine di guerra, impedire l’arrivo di aiuti umanitari va considerato atto di guerra (ICC). Le forze di occupazione non possono deportare popolazione civile. ICC non è riconosciuta da Israele, USA e Russia; ICC ha in corso la procedura di verifica degli eventuali crimini di guerra russi in Ukraina, niente è invece stato fatto nei confronti di Hamas e Israele. Conflitto esteso anche nel WestBank e al confine con il Libano. Deportati dal nord di Gaza 1 milione ca.; Ospedale Al- Aqsa affollato di bambini e adulti provenienti dal nord di Gaza e stanziati nel sud. Hamas dice che l’azione del 7/10 è la giusta strategia contro un nemico che ha occupato la Palestina, detiene in modo illegale e senza capi di accusa migliaia di palestinesi e usa delle carceri speciali nelle quali tratta i prigionieri politici in modo inumano. Portavoce cinese: preoccupazione per i civili di Gaza e Israele, impegno per la cessazione immediata delle ostilità, cosa per la quale si trova d’accordo con la Russia. Israele ha preso di mira con attacchi specifici trenta sanitari di Gaza City. Nel frattempo a
Pechino si sta svolgendo la terza edizione del summit della Belt and Road Initiative, programma di realizzazione delle infrastrutture necessarie per i paesi in via di sviluppo, da implementare attraverso la tecnologia ed i capitali cinesi. Le due cose apparentemente scollegate sono in effetti il confronto sul campo di due diverse tipologie di capitalismo: uno indebitato fino al collo e guerrafondaio e l’altro ricco ed impegnato ad espandere il proprio peso economico. Fonte CGTN. 18 ottobre: raid aereo israeliano, colpito ospedale di Gaza, 500 i morti. Ci sono stati molti interventi di occidentali e mediorientali che richiedono che la mozione brasiliana di pausa dei combattimenti e apertura dei collegamenti di supporto per Gaza, sia domattina votata dal consiglio di sicurezza dell ONU. Servirà? Israele accusa Hamas di aver causato la strage dell’ospedale di Gaza. Hamas dice di avere 250 ostaggi. Israele dichiara di aver ucciso 4 hezbollah infiltrati dal Libano. La Russia chiede una riunione urgente del consiglio di sicurezza dell’Onu. Biden in Israele sostiene la versione dell’errore palestinese. Hamas
continua a lanciare missili. Il rappresentante della Palestina all’Onu chiede una riunione per un immediato stop alle operazioni militari. Gli israeliani continuano i bombardamenti nel sud di Gaza. Diversi commentatori indipendenti sostengono che il vero obiettivo di queste operazioni è di espellere i palestinesi da Gaza; a Ramallah l’autorità palestinese viene accusata di essere corresponsabile di quello che succede. Nel West Bank l’Autorità Palestinese pesantemente contestata con manifestazioni varie, il suo peso politico e consenso è ulteriormente diminuito. fonte Aljazeera. Attacchi aerei nel sud del Libano contro Hesbollah, un transatlantico pronto ad Haifa per sgombrare gli statunitensi da Israele. Alcune delle armi usate da Hamas vengono dalla Russia e sono AK 47, mitragliatrici calibro 50 mentre dei razzi non dicono la provenienza; molte armi sono ritenute rudimentali dagli specialisti. Si accusa inoltre anche la Cina di fornire armi ad Hamas: a tale proposito il colonnelo Conricus di Israele dice “non sappiamo quanto sia grande l’arsenale di Hamas”; dice anche che c’è un intensificarsi dei raid
delle forze speciali a Gaza e che i servizi israeliani stanno mettendo insieme tutte le informazioni necessarie su Hamas. Dichiara che nel mondo le proteste siano contro Hamas e che questi ultimi giocano sulla propaganda le loro carte. Sono macellai degli israeliani e trattano ancora peggio i palestinesi. La giornalista inglese lo incalza ma lui sostiene che i bombardamenti di strutture civili, case e ospedali e altro non sono tra i loro obiettivi da colpire, è tutta propaganda di Hamas. fonte CNN. È la dimostrazione che giornalisti onesti esistono e sanno aggredire chi mente spudoratamente. Nel frattempo in Cina va avanti il summit tra 140 paesi. Si discute di cooperazione. Articolo sul massacro dei civili: https://comedonchisciotte.o rg/signore-e-signori- accomodatevi-il-genocidio- sta-per-iniziare/ Sultan Bakat dell’università di Kalifa: Più di 3.8 mld di dollari da usa a israele. Gli Hezbollah invocano la giornata dell’odio contro israele. In contemporanea i manifestanti ad Amman assediano le assemblee di Usa e Israele. Il tentativo del Brasile al Consiglio di Sicurezza ONU ha subito il veto USA. Dichiarazione
ufficiale di Biden in israele: “siamo dispiaciuti per i morti nell’ospedale di Gaza causati da un attacco dei terroristi di Hamas. Faremo il possibile per aiutare i civili”, in contemporanea mettono il veto sulla proposta brasiliana di sospendere il conflitto per consentire l’ingresso degli aiuti umanitari per Gaza. La risoluzione ONU ha visto 12 voti a favore Cina inclusa, il veto USA e astenuti GB e Russia. Gli usa hanno posto il veto perché non compariva la frase ”israele ha il diritto di difendersi”. Durante questo teatrino vengono uccisi centinaia di palestinesi inermi! fonte Aljazeera. 2000 marines delle truppe speciali sbarcano sulle coste di israele attrezzati con strumenti specifici di analisi del suolo per individuare i tunnel di Hamas. Fonte The Military. Catturato il capo dei servizi di Hamas, lo stanno interrogando, uccisi 4 ufficiali di Hamas. Il capo dei servizi è stato eliminato. Prossimo obiettivo i confini del Libano. Fontetv israeliana. 19/10: Una notizia inattesa: gruppi di pacifisti statunitensi insieme a pacifisti ebrei e rabbini stanno manifestando pacificamente all’interno
del parlamento di Washington per un immediato cessate il fuoco. Ne vengono arrestati 400. 3 ospedali senza carburante né medicine e 20 ca. danneggiati a Gaza. Il ministro della sanità di dice che non sanno più dove sistemare i feriti. Molti, troppi bimbi tra le vittime. Nethaniau definisce gli appartenenti ad Hamas i nuovi nazisti e dice al premier britannico “voi avete combattuto i nazi del passato. e adesso combatteremo insieme i nuovi nazi”. Il primo ministro britannico risponde “saremo al vostro fianco in questa guerra. Siamo altresì contenti che lei abbia autorizzato l’ingresso di aiuti per Gaza”. PS va ricordato che la convenzione di Ginevra classifica l’assedio come atto di guerra contro i civili. A Pechino, in contemporanea, nel Belt & Road summit la Cina annuncia 1000 mld di investimenti in infrastrutture per i paesi che aderiscono al programma. Sembrerebbero eventi scorrelati ma lo sono davvero? Il cancelliere Olaf Scholz a Nethaniau: siamo al fianco di israele, i palestinesi sono vittime di Hamas (la stessa
versione imposta a tutti da israele). fonte DW. Articolo di Paolo Ferrero https://www.ilfattoquotidia no.it/2023/10/19/il-modo- in-cui-i-media-affrontano- il-massacro-di-gaza-e-un- salto-di-qualita- morale/7328080/ Intervista di un giornalista britannico alla sindaco di Gerusalemme: 1) visti i bimbi morti da ambodue le parti lei pensa che i bimbi palestinesi abbiano meno valore di quelli israeliani? 2) Ci sono state centinaia di vittime civili nell’ospedale bombardato e vittime civili nell’intera Gaza, lei cosa pensa in proposito? 3) Lei risponde che l’ospedale è stato colpito da un missile di Hamas, che Israele sta cercando in tutti modi di evitare le morti dei civili e che le morti dei civili israeliani sono state perpretate scentemente dai miliziani di Hamas, quelle palestinesi sono effetti collaterali. 4) questa vostra è un’operazione di pulizia etnica? Nessuna risposta tranne il tentativo di coprire la voce del giornalista. 5) Amnesty International denuncia l’assedio di Gaza come un crimine di guerra lei cosa dice? Sindaco: Amnesty International è un covo di corrotti menzogneri. 20/10
Una grande novità: ora I morti israeliani non sono come i morti palestinesi. I primi sono vittime i secondi no. Così si sente su Radio24 da Mieli. Biden parla al popolo americano: “Siamo a un punto di svolta nella Storia” https://comedonchisciotte.o rg/biden-parla-al-popolo- americano-siamo-di-fronte- a-un-punto-di-svolta-nella- storia/ Una donna ebrea americana del gruppo ”ebrei per la pace”: chiediamo un immediato cessate il fuoco e l’ invio di aiuti a Gaza. Noi ebrei conosciamo cosa è il genocidio e sappiamo riconoscere anche come inizia. Fonte Aljazeera. Generale di brigata US: abbiamo bloccato e eliminato 3 missili e alcuni droni lanciati contro di noi. Useremo il nostro sistema “scudo protettivo” e la nostra forza per difenderci e difendere i nostri alleati e i nostri interessi in M.O. La responsabile di World Food Program racconta la difficoltà dei convogli umanitari nel percorrere i 50 km che separano Rafah da Gaza city causa i continui bombardamenti israeliani. Inoltre la mancanza di acqua cibo e medicine, oltre alla morte per fame e sete aggiunge la morte per epidemie varie. 2 mila persone dimostrano a Washington per un
immediato cessate il fuoco. Negli USA molte le proteste. Hamas offre il rilascio di 2 statunitensi senza condizioni. Israele rifiuta. Un giornalista israeliano spiega che ci sono due posizioni in Israele, una vuole a tutti i costi la liberazione dei prigionieri mentre l’estrema destra, a qualsiasi costo, compreso l’uccisione degli ostaggi e la morte di centinaia di soldati, vuole ”cancellare” Hamas da Gaza. Fonte Aljazeera. I militari israeliani vogliono continuare in ogni caso gli attacchi su Gaza e lanciare l’invasione di terra. Israele viene pressata dai governi occidentali per fermare gli attacchi così da consentire la liberazione degli ostaggi. I civili israeliani accusano il loro governo di avere illegittimamente iniziato la guerra con Hamas senza il consenso del popolo. Biden vuole che Israele rinvii l’invasione di terra fintanto che gli ostaggi non siano liberati. Il 57% degli israeliani sono per trattare il rilascio degli ostaggi e per la creazione di un corridoio umanitario a Gaza. Il 54% sostiene che Israele non debba attenersi alle leggi internazionali neanche per quanto riguarda la salvaguardia dei bambini. Il 54% è d’accordo sulla scambio di
ostaggi contro bambini palestinesi detenuti in israele e sono d’accordo su un attacco di terra a Gaza. 22/10: 4300 morti palestinesi accertati. La moglie del primo ministro scozzese prega Israele di fermare gli attacchi contro una popolazione stremata. Hagari parlando per conto di IDF (FF.AA.) sostiene che sia tutto sotto controlo a Gaza per quanto riguarda la situazone umanitaria. Il re di Giordania afferma che tutte le vite dei civili sono importanti, Ramaphosa dice che la guerra renderà ancora più estremo il conflitto tra palestinesi e israeliani, un giornalista palestinese spiega che anche sotto le bombe il popolo non lascerà Gaza. Il rappresentante ONU Griffiths parla delle trattative con Egitto Israele e USA per gli aiuti umanitari dobbiamo monitorare i bisogni dei palestinesi continuamente per capire quali sono le cose da fornire. Ci serve individuare due o tre luoghi sicuri dove i palestinesi e anche il nostro personale possano essere al sicuro dai bombardamenti israeliani ed infine, come il segretario ONU ha chiesto, che ci sia presto un cessate il fuoco”. Shwaz rappresentante di un gruppo di salvaguardia del
diritti umani in MO “la scarsità estrema di acqua costringe le persone a bere acqua contaminata e questo può provocare delle epidemie di vario genere, colera compreso”. fonte Deutsche Welle. Soraya Ali di Save the Children dice che per fare entrare almeno le cose di pura sopravvivenza le parti devono accordarsi su un cessate il fuoco ed una diminuzione delle violenze reciproche. Articolo di Paolo Ferrero sulla situazione attuale e ruolo degli USA: https://www.ilfattoquotidia no.it/2023/10/23/biden- vuole-la-vittoria-e-questo- significa-escalation- militare-un-discorso-che- fa-paura/7331310/ Definizione di Genocidio (da Treccani): Il termine fu utilizzato per la prima volta dal giurista Raphael Lemkin per designare, in seguito allo sterminio degli Armeni consumato dall’Impero Ottomano nel 1915-16, una situazione nuova e scioccante per l’opinione pubblica; tuttavia, fu solo dopo lo sterminio posto in essere dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale e l’istituzione di un tribunale internazionale per punire tali condotte, che la parola g. iniziò a essere utilizzata nel linguaggio giuridico per
indicare un crimine specifico, recepito sia nel diritto internazionale sia nel diritto interno di numerosi paesi. L’accordo siglato a Londra l’8 agosto 1945 tra Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e URSS, prevede, infatti, la categoria dei ‘crimini contro l’umanità’, che include lo stesso g. e rientra a sua volta nella più ampia categoria dei crimini internazionali. Il 9 dicembre 1948 l’Assemblea generale dell’ONU ha poi adottato una convenzione che stabilisce la punizione del g. commesso sia in tempo di guerra sia nei periodi di pace e qualifica come genocidio: l’uccisione di membri di un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso; le lesioni gravi all’integrità fisica o mentale di membri del gruppo; la sottomissione del gruppo a condizioni di esistenza che ne comportino la distruzione fisica, totale o parziale; le misure tese a impedire nuove nascite in seno al gruppo, quali l’aborto obbligatorio, la sterilizzazione, gli impedimenti al matrimonio ecc.; il trasferimento forzato di minori da un gruppo all’altro. Tale definizione è stata accolta nell’art. 6 dello Statuto della Corte penale
internazionale firmato a Roma il 17 luglio 1998. Gli USA hanno posto il veto sulla prposta di pause umanitarie. Nel contempo mandano i missili Patriot in Israele! Cina e Russia si tengono fuori dall’intervenire nel conflitto. Gli USA si dichiarano d’accordo con Israele sulla prosecuzione dei bombardamenti, anche se pongono l’accento sulla mancanza di un piano per la ricostruzione. 25/10: Karem Rohana, attivista italo-palestinese pestato da due uomini incappucciati a Roma. Una piccolissima ma bella notizia: l’Accademia di musica israelo palestinese fondata da Barenboim ha eseguito a Berlino un concerto per la pace. I giovani musicisti sono palestinesi, libanesi e israeliani. I primi 8 camion di aiuti umanitari entrano a Gaza dal valico di Rafah, portano acqua e medicine, Israele non consente l’invio di carburante per ospedali e ambulanze. Un analista di Aljazeera spiega il perché alcuni luoghi abitati sono stati rasi al suolo: l’invasione di Gaza non deve rappresentare un rischio per i soldati israeliani e quindi stanno creando con i bombardamenti un corridoio sicuro per carri armati e truppe. Fonte
Aljazeera. Conferme di Biden e del parlamento di appoggio a Israele e ipocrita richiesta che a Gaza vengano risparmiati i civili. Sul numero di morti palestinesi dice che non ci sono riscontri rispetto a quello che afferma il ministro della sanità di Hamas. I giornalisti sul campo mostrano però le atrocità e intervistano uno dei medici degli ospedali al collasso. Spiegano infine quanto medicine e carburante siano indispensabili per gli ospedali. Fonte NBC. Iniziano i blitz israeliani con carriarmati e truppe nel nord di Gaza, Nethaniau annuncia l’imminente invasione. Fonte byoblu. Ex generale libanese: “penso che l’invasione israeliana sarà composta da tanti blitz con ritirata protetta, un attacco massiccio provocherebbe molti morti tra gli israeliani. Di U. Spallotta articolo su l’Antidiplomatico https://www.lantidiplomatic o.it/dettnews- la_menzogna_occulta_dell o_stato_disraele/39602_51 335 26/10: Intervento di P. Ferrero su C.It.Radio https://open.spotify.com/epi sode/0Hxrn9LCz8iFa4W11 8RmGg?si=cwNzgk0JSym Xiwe4WE8YVw
Analista di Aljazeera spiega il perchè alcuni luoghi abitati sono stati rasi al suolo: l’invasione di Gaza non deve rappresentare un rischio per i soldati israeliani e quindi stanno creando un percorso sicuro per carri armati e truppe. Conferme di Biden e del parlamento di appoggio a Israele e ipocritamente richiesta che a Gaza vengano risparmiati i civili. Sul numero di morti palestinesi dice che non ci sono riscontri su quello che afferma il ministro di Hamas. I giornalisti sul campo invece mostrano le atrocità e intervistano uno dei medici degli ospedali al collasso. Spiegano infine quanto medicine e carburante siano indispensabili per gli ospedali. NBC ha mostrato un pezzo di un film girato dai miliziani di Hamas mentre massacrano i civili, forse verrà reso pubblico. Blitz israeliani con carriarmati e truppe all’interno del nord di Gaza, Nethaniau annuncia l’imminente invasione. Fonte NBC. Ex generale libanese: penso che l’invasione israeliana sarà composta da tanti blitz con ritirata protetta, un attacco massiccio provocherebbe molti morti tra gli israeliani.
Articolo di geopolitica sulla situazione generale nel M.O. https://comedonchisciotte.o rg/in-palestina-liran-e-la- russia-hanno-teso-una- trappola-alloccidente/ 30/10: Un abitante di Gaza intervistato da Aljazeera dice “non abbiamo vie di fuga possibili a parte il mare. L’ospedale di Al Quda bombardato con dentro 400 pazienti e alcuni neonati in incubatrice; oltre a questi gli operatori sanitari e molti profughi. Al momento si contano 14 mila profughi, oltre 6 mila vittime di cui 3342 sono bambini. Negli ospedali di Gaza non c’è modo di spostare pazienti e profughi perchè mancano mezzi di trasporto e le ambulanze per bimbi in incubatrice e pazienti in terapia intensiva. Mancano le medicine per neonati e malati gravi, nulla per curare i tanti ustionati dalle esplosioni delle bombe israeliane. Sono arrivate solo il 3% delle medicine richieste e diverse di queste sono inutili. I bombardamenti continuano sensa sosta, la paura ed il terrore hanno invaso le città, di notte niente luce nelle case. Strade completamente al buio creano grandi difficoltà ai mezzi di soccorso; molte ambulanze operano con i vetri rotti dalle schegge
provocate dalle bombe. Save the Children dice che i bambini sono terrorizzati dal buio completo di notte, mentre la mattina con l’arrivo della luce si sentono più rassicurati. Molti bimbi udendo gli scoppi continui chiedono ai genitori se si tratti di fuochi d’artificio e alla fine i genitori devono spiegare loro che si tratta di bombe: adesso quindi sono coscienti di cosa sta accadendo. I familiari dei rapiti chiedono al governo israeliano di trattare con Hamas per la loro liberazione e di ottenerla a qualsiasi prezzo. Un responsabile di UN da Ginevra spiega che ad oggi sono entrati a Gaza da Rafah 117 camion e sono in corso trattative con Israele, Egitto, USA e altre nazioni per aumentare il numero dei camion che entrano ogni giorno. I controlli meticolosi di Israele sui camion rallentano molto tutte le operazioni. I rappresentanti di UN vogliono incontrare le persone giuste per accelerare i controlli. Il giornalista: “avete modo di comunicare colle zone più a nord di Gaza, soprattutto cogli ospedali come Al Quda?” Risposta: “abbiamo avuto un lungo black out della rete di telecomunicazioni (30 ore) e oltre a questo non c’è
alcun luogo sicuro per far transitare i camion cogli aiuti. Dal 7 ottobre UN ha perso 60 volontari, il triplo di quelli uccisi in Sudan da gennaio ad oggi. Fonte Aljazeera 31/10: attacco aereo israeliano sul campo profughi Jabaliah ha ucciso 100 persone e ferite centinaia. Ad oggi il numero delle vittime civili ammonta a oltre 8000 di cui 3542
Rifondazione comunista di Anzio esprime tutto il suo dissenso in merito alle voci che paventerebbero la trasformazione dell’ospedale militare Bocchetti in carcere. Per anni l’amministrazione di centro destra ha fatto credere alla cittadinanza di avere in mano progetti di mirabolanti destinazioni per la vasta area che ospita l’ospedale militare: dal polo universitario al “central park” stile New York, ma nulla di tutto questo si è realizzato, rivelandosi mera propaganda. Ora che il centrodestra si è schiantato per via del commissariamento prefettizio ci pensa il centrodestra nazionale a voler infierire l’ennesimo colpo mortale alla nostra già martoriata cittadina con la possibile istituzione di un carcere in quella vasta area. Una simile eventualità sancirebbe la fine di ogni ipotesi di recupero urbano di un’area centralissima che nasconde nel suo sottosuolo importanti resti archeologici legati all’adiacente complesso della Villa di Nerone, vedrebbe il sorgere di una struttura che implementerrebbe una idea e una pratica di giustizia che nulla a che fare con il concetto di una pena che sia finalizzata al recupero sociale del condannato come prevede la Costituzione, e, sapendo come generalmente funzionano le carceri, che puniscono i più indifesi ma permettono ai clan mafiosi di continuare i loro loschi affari, sancirebbe l’istituzione di una vera e propria centrale operativa del crimine organizzato, come se la penetrazione mafiosa sul territorio non fosse già fortissima come lo scioglimento del comune lo attesta. Si riparta dall’ipotesi di istituire un polo universitario nell’area militare e si avvii una campagna di recupero dei reperti archeologici e soprattutto si impedisca qualsiasi manovra speculativa su un patrimonio che va restituito ai cittadini. Per questi obbiettivi siamo disponibili a mobilitarci e lottare con chiunque sarà disponibile.
Durante la manifestazione abbiamo avanzato la proposta di mandare una delegazione presso l’ ufficio del Commissario per avere notizie e avanzare proposte, quindi alcune operatrici si sono rese disponibili e ci si è recato a Villa Sarsina. poco dopo il nostro arrivo siamo stati ricevuti e ci hanno chiarito che anche per loro la occupazione doveva essere garantita per tutti e che nel prossimo bando di gara veniva inserita la ” clausola sociale” la cui lettera di proposta ci è stata mostrata e letta in dettaglio. Ci è stato promesso un incontro per i primi giorni di luglio per ogni evenienza con il bando grosso modo definito. Tutto ciò abbiamo rendicontato ai lavoratori nel presidio di lotta. Aver saputo cogliere una giusta mossa operativa e ottenere risposte utili ai lavoratori e alla loro giusta lotta , ci rende soddisfatti ma consapevoli della precarietà della situazione, e siamo disponibili ad impegnarci per il conseguimento pieno delle aspettative legittime che la lotta ha
messo in campo. Quello che servirebbe inoltre è l’abbandono del metodo delle esternalizzazioni dei servizi eil ritorno alla gestion diretta del comune di questi ultimi, il modo più giusto per tutelare i diritti di chi lavora e dei cittadini, colpendo il sistema clientelare delle false cooperative, brodo di coltura delle mafie che spadroneggiano nella nostra città.
Evviva i lavoratori in lotta!
Rifondazione comunista di Anzio esprime soddisfazione per l’esito della manifestazione odierna ei lavoratori e delle lavoratrici delle mense scolatiche di Anzio.
La lotta paga!
Durante la manifestazione abbiamo avanzato la proposta di mandare una delegazione presso l’ ufficio del Commissario per avere notizie e avanzare proposte, quindi alcune operatrici si sono rese disponibili e ci si è recato a Villa Sarsina. poco dopo il nostro arrivo siamo stati ricevuti e ci hanno chiarito che anche per loro la occupazione doveva essere garantita per tutti e che nel prossimo bando di gara veniva inserita la ” clausola sociale” la cui lettera di proposta ci è stata mostrata e letta in dettaglio. Ci è stato promesso un incontro per i primi giorni di luglio per ogni evenienza con il bando grosso modo definito. Tutto ciò abbiamo rendicontato ai lavoratori nel presidio di lotta. Aver saputo cogliere una giusta mossa operativa e ottenere risposte utili ai lavoratori e alla loro giusta lotta , ci rende soddisfatti ma consapevoli della precarietà della situazione, e siamo disponibili ad impegnarci per il conseguimento pieno delle aspettative legittime che la lotta hamesso in campo. Quello che servirebbe inoltre è l’abbandono del metodo delle esternalizzazioni dei servizi e il ritorno alla gestion diretta del comune di questi ultimi: il modo più giusto per tutelare i diritti di chi lavora e dei cittadini, colpendo il sistema clientelare delle false cooperative, brodo di coltura delle mafie che spadroneggiano nella nostra città.
Rifondazione comunista di Anzio esprime il proprio appoggio e la propria solidarietà nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori delle mense scolastiche di Anzio a rischio licenziamento.
Saremo al loro fianco alla manifestazione dell’8giugno a cui invitiamo a partecipare a tutta la cittadinanza democratica. Riteniamo inaccettabile che di fronte alle. inadempienze dell’amministrazione, sottoposta, infatti al commissariamento per via delle pregresse infiltrazioni mafiose, a pagare siano proprio i lavoratori. Il servizio mensa è essenziale e non solo va rinnovato mantenendo gli attuali livelli occupazionali anche con un nuovo appalto, ma deve tornare al più presto direttamente sotto la gestione diretta del Comune come molti altri servizi essenziali secondo i fondamenti costituzionali che tutelano i diritti dei cittadini e dei lavoratori come principi democratici fondamentali e che da troppi anni sono calpestati sia da centro destra che da centro sinistra. Legalità, diritti e lavoro devono marciare uniti e solo una politica pubblica a favore del lavoro come fondamento della cittadinanza democratica può ottenere un simile scopo. Oggi invece assistiamo all’ennesimo attacco al lavoro, ormai disprezzato precarizzato senza pietà e destinato a essere sacrificato alle ragioni del profitto, o addirittura come in questo caso a quelle di una presunta “buona amministrazione”, col rischio di spingere sempre più cittadini a preferire i favori filo mafiosi delle clientele locali, piuttosto che un legalità astratta insensibile ai diritti sociali. E le mafie ringrazieranno. Per evitare tutto questo: dobbiamo stare tutti al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici delle mense di Anzio
Lo scioglimento dei comuni di Anzio e Nettuno, certifica il fallimento della destra affaristica e clientelare che le governava da decenni. Tale destra ha costruito il suo consenso occupando le istituzioni e coagulando un grumo di interessi privati che hanno distrutto ogni idea di bene comune penetrando a fondo nella mentalità popolare, che ha perso ogni cultura del diritto in favore della pratica del favore e dello scambio di voti. In questo contesto le mafie hanno trovato il loro habitat. Chi ne ha fatto le spese è il territorio, totalmente cementificato, l’assenza di servizi, la devastazione dei beni comuni e la disoccupazione di massa. Solo una alternativa basata sul lavoro, il recupero dal degrado urbanistico, la valorizzazione e la tutela del territorio e del nostro mare, la riscoperta della nostra cultura può fare rinascere queste nostre città. E solo se le classi popolari oggi ridotte a suddite che pietiscono favori e lavoretti ai padrini di turno, tornino a lottare per i loro sacrosanti diritti, come la casa, il lavoro, la scuola la salute.
Le attuali opposizioni consigliari sembrano ignorare tale prospettiva, mantenendo un atteggiamento elitario e lontano dalle sofferenze dei ceti medio bassi della cittadinanza. Questi ultimi vista l’assenza di lavoro e prospettive si sono ormai abituati a vedere negli amministratori para-mafiosi e nei loro maneggi affaristici la possibilità di ottenere vantaggi, anche piccoli, in grado di assicurare una forma di sopravvivenza, seppure miserabile e servile. Su questa base si è cementato un blocco sociale solido, che va dai costruttori e imprenditori benestanti fino ai lavoratori e lavoratrici che vivono di espedienti e sottostanno alle elargizioni di lavori saltuari o in nero dei primi. Centrale e decisivo in questo scenario è il sistema delle false cooperative, che fanno capo spesso a politici locali più o meno legati al centro destra ma che non mancano di aderenze anche nel centro sinistra. Vittima di un tale sistema sono anche le comunità migranti che faticano a trovare una integrazione che, pur mantenendo e rispettando le loro peculiarità culturali, permetta loro di superare diffidenze e ostilità da parte dei settori popolari autoctoni. Questi ultimi avrebbero tutto l’interesse a fare fronte comune con loro per ottenere diritti sociali e servizi ma invece vengono trascinati in una assurda guerra tra poveri, che avvantaggia solo chi questi diritti e questi servizi ha tutto l’interesse a negare. Finora il potere della destra ha ben manovrato questa realtà alimentando razzismo e pregiudizi a tutto vantaggio dei propri interessi: è arrivato il momento di rompere questo schema. Ma si fatica a capire chi potrebbe animare un simile proposito, che non è soltanto legato ad una meritoria opera di solidarietà ma che preveda anche su questo territorio la ripresa di un sano conflitto sociale. La prospettiva a-politica se non anti-politica di talune associazioni qui presenti, può essere utile nell’immediato, ma non può sostituirsi alla genuina ricerca di una mobilitazione che possa cambiare la situazione presente. La politica di opposizione, invece si limita a rappresentare questa mentalità accomodante in cambio di consensi elettorali. Finora il gioco è riuscito e uno stanco popolo della fu sinistra qualche voto glie lo ha concesso, ma a parte un po’ di visibilità, quale strada si apre ora davanti a noi? Di certo non si scalfisce quel consenso che finora ha sostenuto le ex maggioranze di Anzio e di Nettuno, cadute non certo per le meritorie battaglie delle opposizioni e che potrebbero tranquillamente tornare se non si scardina il sistema di potere che le sostiene.
Sarà impossibile farlo con la sola prospettiva moralistica anche va per la maggiore oggi. Di fronte a tale sconsolante scenario, è inutile il semplice richiamo alla legalità e alla trasparenza, pur necessarie, senza indicare una strada che favorisca la tutela del territorio e fornisca occasioni di lavoro a chi fatica ad arrivare a fine mese. Solo costruendo lotte e battaglie popolari per i diritti sociali, che vedano le classi popolari protagoniste si potrà rovesciare tale situazione. Se non vogliamo che le mafie prosperino, serve una alternativa sociale e non solo un cambio di amministratori. Non sarà una passeggiata.
Rifondazione Comunista/Anzio Nettuno per Unione poplare
Continua la campagna elettorale e Rifondazione comunista che si presenta nella lista di Unione Popolare. Domenica ci sarà il banchetto con giornale parlato a Piazza Lavinia a partire dalle 9;30 della mattina, mentre giovedì 22 settembre avremo un doppio appuntamento: la mattina volantinaggio presso il mercato settimanale di Nettuno con il candidato Paolo Ferrero, Vice Presidente della Sinistra Europea e membro della Direzione di Rifondazione comunista e alle 14,00 volantinaggio e comizio all’uscita del turno mattutino alla Palmolive sempre con Ferrero e con la candidata Elena Mazzoni, responsabile delle politiche ambientali di Rifondazione comunista.
Unione popolare è l’unica lista che vuole ricostruire il legame tra le masse e la politica, spezzatosi per via delle di devastazioni sociale e territoriali, fatte di tagli alla sanità e alla scuola, cementificazione selvaggia, distruzione di salari e pensioni e privatizzazioni in nome del profitto di pochi. La lista che fa capo a De Magistris, è una coalizione che vuole andare oltre le elezioni ed è l’unica che si presenta grazie ad una raccolta di ben 60.000 firme organizzata in piena estate, quando gli altri partiti si agitavo in tv fra parole vuote e falsità, mentre i suoi militanti lavoravano sotto il sole coente in tutta Italia. La nostra lista è composta di persone limpide, oneste e intenzionate a non tradire il mandato degli elettori come invece ormai da trenta anno hanno fatto tutti: centrodestra, centrosinistra e cinque stelle compresi. Unione Popolare ha il programma più coerentemente antimafia perché è composta da chi la mafia la contrasta ogni giorno e non a parole, difende il lavoro perché è composta da lavoratori e lavoratrici, donne e uomini che vivono sulla loro pelle l’attacco alle condizioni materiali di vita che le classi dominanti quotidianamente sferrano. Proprio per questo vuole parlare con i lavoratori del massimo insediamento industriale del territorio, la Palmolive, dove il lavoro vive una fase difficile, stretto tra erosione dei diritti, precarietà, divisione fra lavoratori garantiti e non.
Serve una svolta in questo paese che passi attraverso la redistribuzione delle ricchezze dai super ricchi alle classi lavoratrici, che ci faccia uscire dalla guerra e contrasti seriamente il caro bollette, che tagli le spese militari e ci faccia uscire dalla Nato. Le risorse ricavate dalla tassazione dei super ricchi e dal taglio delle spese militari devono essere investite in scuola, sanità e transizione ecologica, nazionalizzando il settore energetico, l’acqua, i beni comuni e tutti quei settori strategici per il nostro paese. Serve una vera transizione ecologica i cui costi li devono pagare le classi dominanti che si sono arricchite enormemente e non chi non arriva alla fine del mese. Basta con la favola che i soldi non ci sono: per la guerra e per regalarli alle imprese ci sono sempre! Ora è tempo di darli a chi ne ha veramente bisogno e che viene ignorato dalle istituzioni e dal governo. Per questo motivo l’astensionismo la fa da padrone e la politica non appassiona più le giovani generazioni: il sistema politico ascolta solo le lobby, le banche e gli industriali e ignora le ragioni di lavoratori, studenti, movimenti sociali, precari, disoccupati, donne. Bisogna cambiare direzione: pace, lavoro, reddito, istruzione, salute, ambiente, legalità, diritti civili e giustizia: solo con Unione Popolare si possono ottenere.
La discesa in campo dell’ ex sindaco di Napoli De Magistris, con Unione Popolare, la coalizione politica che include anche Rifondazione comunista rappresenta la vera novità politica di queste anomale elezioni settembrine. Infatti Unione Popolare è l’unica lista coerentemente contro le sanzioni alla Russia, per l’immediata trattativa di pace tesa a far finire la guerra in Ucraina, per l’uscita dalla Nato, contro il caro bollette, tassando gli extra profitti di Eni e Enel e tornando alle nazionalizzazioni dei settori strategici dell’economia, energia, telecomunicazioni e acqua. Si tratta di un programma avanzato l’unico di rottura e di chiaro rimando alla Costituzione, che vuole il superamento del pareggio di bilancio in Costituzione e dei vincoli finanziari europei che impediscono una spesa sociale pubblica qualificata e gettano nella povertà milioni di persone, mentre i banchieri si arricchiscono. Mentre tutti gli altri partiti balbettano mezze parole o invitano a spegnere i termosifoni questo inverno, sapendo che alla fine 5 stelle compresi, torneranno tutti sotto l’ombrello di Draghi con il suo carico di tagli sociali, privatizzazioni, guerra, sanzioni e aumento del costo della vita, Unione Popolare propone addirittura il non pagamento delle bollette, se non verranno presi provvedimenti per ridurle.
Secondo l’ex consigliere comunale, iscritto a Rifondazione da una vita, Beniamino Colantuono: “Un tale programma e la credibilità di chi ne è portavoce può rompere il muro dell’indifferenza politica che attanaglia la maggior parte della popolazione, ormai delusa e lontana dalla politica soprattutto tra le classi popolari. Unione Popolare può costituire il vero antidoto alla corruzione alle mafie e alla destra razzista che sembra aver la meglio nel nostro Paese. Votando Unione Popolare non solo si permetterà la riconquista del Parlamento da parte di una sinistra degna di questo nome, ma soprattutto si darà voce a chi oggi non ne ha più, i milioni di lavoratori, ma anche artigiani e commercianti come me alle prese con disoccupazione, precarietà, inquinamento, aumento del carovita, salari bassi, crisi della domanda mentre il grande capitale si ingrassa sulle speculazioni, sposta le ricchezze nei paradisi fiscali, costruisce centri commerciali distruggendo il piccolo commercio legato al territorio, si accorda con la mafia, si appropria di territori e beni comuni, distruggendo scuola e sanità. ”.
Continua Colantuono: “Oggi le risorse in Italia e nel mondo sono in mano a una ristretta minoranza di persone, bisogna avere il coraggio di tassare le super rendite e i super ricchi, tagliare le spese militari, recuperare l’evasione fiscale, per rafforzare scuola, sanità e pubblica amministrazione. L’Italia è l’unico paese europeo dove manca personale nei settori pubblici e questo causa inadempienze, e impossibilità di ottenere diritti. Tutto ciò è ancora più vero dopo la pandemia, ma pare che questa lezione non è stata compresa dalle forze di governo e di finta opposizione come la Meloni, mentre si continua a distruggere e dividere il paese. Secondo me anche la riduzione delle bollette deve essere soprattutto a favore dei più poveri: è a loro che vanno dati gli aiuti maggiori, calibrandoli attraverso l’Isee e finanziandoli colpendo proprio quelle categorie privilegiate che sulla crisi si stanno arricchendo”.
A Napoli De Magistris ha ri-pubblicizzato l’acqua, rispettando, unico in Italia, il referendum del 2011 e spezzato il legame tra mafie e politica risolvendo il problema dei rifiuti, si è scontrato con governi ostili e forze politiche nemiche, ottenendo risultati considerevoli e cambiando il volto di quella città. Si tratta di una figura degna della massima fiducia così come lo sono le liste di Unione Popolare. Votarlo può essere una svolta in questi tempi oscuri per il Paese: “Dopo Napoli -conclude Colantuono – diamo una chance anche all’Italia, e perché no anche ad Anzio, convinciamo più persone possibili a votare Unione Popolare, spazziamo via tutti quei partiti di centro destra e centro sinistra, 5 stelle compresi che ci hanno dato solo miseria, razzismo, corruzione guerra e paura, è ora di dire basta! Pace, lavoro, diritti, salute, cultura, istruzione e ambiente, questo ci occorre e con Unione Popolare si può ottenere. Torniamo alla Costituzione!”
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